Qual è il modo migliore per affrontare i problemi? E cos’è il Problem solving strategico?
Quando ci troviamo di fronte a un problema, cerchiamo nella nostra mente una soluzione che ci è stata utile nel passato e tentiamo di applicarla, in quanto il cervello sceglie sempre di economizzare le risorse attingendo a vecchie soluzioni piuttosto che generarne di nuove, soprattutto perché le nuove strade di solito portano con sé una dose di ansia e incertezza.
Ma come possiamo trovare delle vie alternative da applicare per affrontare i problemi?
Scendendo su un piano più concreto, potremmo dire che risolvere problemi è la principale attività che ognuno di noi quotidianamente svolge, al fine di conseguire dei risultati.
𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚 𝑠𝑜𝑙𝑣𝑖𝑛𝑔 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐𝑜 è un modello di soluzione dei problemi che può essere applicato a qualsiasi difficoltà della vita quotidiana, dai problemi più piccoli ai conflitti più grandi. Un buon Problem Solving dovrebbe saper evitare o trasformare i problemi semplici in problemi complessi, e che ci permetta di tagliare i circoli viziosi e smettere di complicarci la vita alla ricerca delle chiavi, affrontando i problemi che la vita ci mette davanti con più agilità fisica e freschezza mentale.
Il Problem solving non è tanto ricostruire cosa è accaduto nel passato, ma piuttosto osservare quello che accade nel presente: analizzare il modo in cui cerchiamo di affrontare i problemi e risolvere le difficoltà che la vita ci mette davanti e osservare se funziona, altrimenti provare a cambiare.
Per meglio attuare la pratica del Problem solving, bisogna seguire tre step fondamentali.
1. 𝐷𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑎: la maggior parte delle persone credono che definire il problema sia banale, che sia preferibile passare immediatamente alla soluzione. Così ci immergiamo nel problema senza veramente sapere in cosa consista, lasciandoci affliggere dall’ansia. Bisogna invece scoprire l’origine del problema, ponendosi alcune domande per trovare la sua definizione (Qual è il problema? Dove si verifica? Quando si manifesta? Con chi si verifica? Come si manifesta il problema? Perché abbiamo questo problema?);
2. 𝑆𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑏𝑖𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖 (𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑒 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖): per risolvere i problemi è necessario che abbiamo ben impresso il percorso e mettiamo a fuoco la meta finale. Ci dobbiamo chiedere cosa fare per raggiungere questo obiettivo, quando, come e con chi.
3. 𝐴𝑓𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 i 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚i 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐𝑜: ora. Bisogna affrontare le difficoltà.
E qui emergono tre scenari:
– Peggiorare il problema. Nonostante la contraddizione in alcuni casi, se si vuole aggiustare qualcosa si deve prima smontarlo a pezzi. Questa tecnica è particolarmente utile nei casi in cui non abbiamo la minima idea di come affrontare il problema, quando siamo bloccati e non riusciamo a pensare in modo positivo e costruttivo e la risposta possiamo trovarla seguendo il percorso nella direzione opposta.
– Pianificazione a ritroso. Percorriamo il cammino della soluzione in senso inverso. Immaginiamo di aver risolto il problema, analizziamo le nostre sensazioni e cominciamo a seguire il percorso a ritroso. Seguiamo i passi compiuti e riavvolgiamo il nastro fino a raggiungere il momento attuale. In questo modo abbiamo ben chiaro il piano d’azione e siamo in grado di alleggerire la pressione durante l’intero processo e scoprire nuove soluzioni che la paura o l’ansia non ci permettevano di vedere.
– Andare oltre il problema. Immaginiamo di aver risolto il problema, organizzandolo anche nei minimi dettagli. Con questa tecnica proiettiamo la mente al di là del problema, in modo tale che possiamo spezzare il circolo vizioso che a volte le nostre paure e incertezze costruiscono intorno a noi e ci liberiamo della sua influenza emotiva in modo da sentirci più liberi di trovare nuove soluzioni.